L’anno sta per terminare, è tempo di tirare le somme e di volgere lo sguardo al nuovo anno. Lo abbiamo fatto anche noi, ripercorrendo le più importanti novità Google del 2022, che hanno cambiato e cambieranno la search del prossimo futuro, raccogliendole in questo articolo.
Alla radice di ognuno di questi cambiamenti c’è l’obiettivo di Google di migliorare l’esperienza dell’utente sul motore di ricerca e di aumentare il tempo di permanenza.
Ecco le 5 grandi novità di Google nel 2022 che meritano, secondo noi, una menzione speciale.
- Helpful Content Update, la quantità non sempre è qualità
- Core Web Vitals come fattore di ranking
- Google Shopping Graph: il più grande e-commerce al mondo
- YouTube Shorts: esprimi la tua attività in diversi formati
- Google My Business: addio all’APP!
Helpful Content Update. La quantità non sempre è qualità
Ogni giorno, in tutto il mondo, vengono effettuate circa 4,5 miliardi di ricerche su Google per: trovare informazioni, indicazioni stradali, fare acquisti e tanto altro.
Contemporaneamente all’aumento degli utenti sul motore di ricerca, è aumentata anche la mole di contenuti pubblicati. La quantità però non sempre è alleata della qualità e negli ultimi anni la search si è riempita di contenuti poco interessanti, di scarso valore e poco pertinenti alle ricerche effettuate.
In riposta all’abbassamento della qualità dei contenuti, a settembre, Google ha rilasciato un importante aggiornamento del suo algoritmo di ranking chiamato Google Helpful Content Update.
Questo aggiornamento mira a premiare i siti web che pubblicano contenuti utili e di alta qualità, e al contempo penalizzare quelli che pubblicano contenuti di scarsa qualità o perfino spam.
Cosa intende Google per contenuti utili?
Per Google, un contenuto utile deve:
- Includere informazioni accurate e complete su un argomento, come ad esempio guide pratiche e tutorial.
- Rispondere alle domande più frequenti degli utenti in target.
- Essere in grado di dare soluzioni a problemi specifici.
Per determinare se un sito web sta pubblicando contenuti utili, Google utilizza una serie di segnali, come il il tempo di permanenza sul sito, il pogo sticking (ovvero l’abbandono della pagina da parte dell’utente per far ritorno ai risultati in SERP), il numero di pagine visitate, e molti altri ancora.
Per i content creator e/o i proprietari di siti web, questo aggiornamento significa che produrre e pubblicare contenuti di alta qualità nel 2023 non sarà più un’opzione.
Cosa fare per migliorare le content strategy?
Investi tempo per fare ricerche approfondite e scrivi testi accurati e completi e che siano accessibili e facili da leggere.
Per creare un contenuto utile al proprio target è importante rispondere alle domande e ai bisogni degli utenti, in modo che possano trovare ciò di cui hanno bisogno sul tuo sito, e non dovranno tornare in SERP per trovare risultati più soddisfacenti.
Questo aumenterà il tempo di permanenza, la possibilità di condivisione e abbasserà drasticamente il pogo sticking.
Per quanto riguarda invece l’accessibilità, attraverso la ricerca, e aiutandoti con strumenti come Semrush, potrai identificare il linguaggio utilizzato dal tuo target e impostare il giusto Tone of Voice (TOV).
Cosa non fare
Scegliere la quantità in favore della qualità.
Se non riesci a produrre molti contenuti, opta per pubblicazioni più sporadiche ma di qualità. Evita contenuti poco interessanti per il tuo target e fa molta attenzione ai contenuti duplicati. Tutti questi elementi possono far diminuire il ranking del tuo sito, e di conseguenza far calare traffico e conversioni.
Core web vitals come fattore di ranking
I Core web vitals sono un insieme di metriche che Google ha introdotto allo scopo di misurare la qualità dell’esperienza utente sui siti web, queste metriche ci sono già da tempo, ma da quest’anno avranno un peso più importante nel ranking.
Tre sono le metriche fondamentali: la velocità di caricamento delle pagine (Largest Contentful Paint), la stabilità del layout (Cumulative Layout Shift) e l’interattività (First Input Delay).
- La Largest Contentful Paint (LCP) misura il tempo che impiega il contenuto principale di una pagina web a caricarsi. Una pagina con una buona Largest Contentful Paint deve caricarsi in meno di 2,5 secondi.
- La Cumulative Layout Shift (CLS) misura la stabilità del layout di una pagina. Una pagina con una buona Cumulative Layout Shift non deve avere spostamenti improvvisi durante il caricamento, che potrebbero causare confusione o frustrazione agli utenti.
- Il First Input Delay (FID) misura il tempo che intercorre tra l’azione di un utente (ad esempio, il click su un pulsante) e la risposta del sito. Una pagina con un buon First Input Delay deve rispondere all’azione dell’utente in meno di 100 millisecondi.
Perché sono importanti i Core web vitals? Google sta facendo affidamento sempre di più su queste metriche per determinare il ranking dei siti in SERP. Un sito con una buona performance avrà un vantaggio nei risultati di ricerca rispetto a un sito con una performance più scarsa.
Inoltre, una buona performance è fondamentale per garantire agli utenti un’esperienza ottimale e diminuire così il tasso di abbandono della pagina.
Come migliorare le performance di un sito web?
Se vuoi migliorare le performance del tuo sito web ci sono diverse cose che puoi fare. Ad esempio, puoi ottimizzare le immagini del tuo sito per ridurre il tempo di caricamento. Esistono numerosi strumenti online, gratuiti (come questo), che ti permetteranno di comprimere le foto e/o trasformarle in formati più recenti (come il Webp). Ma non solo, attraverso dei plugin dedicati è possibile attivare il lazy loading che permette al sito di caricare le immagini solo quando l’utente è nella sezione in cui si trova l’immagine.
Se vuoi saperne di più sui Core web vitals e su come migliorare la tua performance, puoi utilizzare gli strumenti gratuiti messi a disposizione da Google come PageSpeed Insights o Lighthouse, o GTmetrix. Con questi strumenti potrai ottenere una valutazione della tua performance e ricevere suggerimenti su come migliorarla.
Google Shopping Graph: il più grande e-commerce al mondo
Google Shopping Graph è una nuova funzionalità che consente agli utenti di cercare e confrontare prodotti di diversi negozi e marchi, di comparare le diverse offerte, risparmiando tempo nella ricerca senza lasciare la search.
Lo strumento è accessibile direttamente dalla pagina di ricerca di Google, alla voce Shopping. Inserendo il nome del prodotto che si desidera acquistare, il sistema fornirà una lista di risultati che è possibile organizzare attraverso una serie di filtri: stile, materiale, colore, taglia, brand, venditore, ma anche in base al prezzo, alla popolarità e alla vicinanza del negozio.
Oltre ai filtri comparativi, Google Shopping Graph offre anche la possibilità di leggere le recensioni dei prodotti e di visualizzare le immagini. In questo modo, gli utenti possono avere un’idea più precisa del prodotto che stanno per acquistare e scegliere quello che meglio soddisfa le loro esigenze.
Google Shopping
Se gestisci un e-commerce Google Shopping è uno strumento che non puoi non utilizzare. Si appoggia a due piattaforme: Google Merchant Center (su cui va caricato il feed dei prodotti) e Google AdWords su cui vanno impostate le campagne.
Vuoi approfondire l’argomento? Leggi l’articolo “Gli strumenti Google che devi assolutamente conoscere e utilizzare per far crescere la tua attività”.
YouTube Shorts: esprimi la tua creatività in diversi formati
YouTube Shorts è una nuova funzionalità di YouTube che permette agli utenti di creare e condividere brevi video di massimo 60 secondi. Lanciata nel 2020 in India, è stata introdotta in altri paesi solo nel 2021.
A un anno dal lancio gli Shorts di YouTube hanno raggiunto il traguardo di oltre 1,5 mld di utenti mensili, per intenderci mezzo miliardo in più di TikTok che dovrebbe raggiungere la stessa cifra a fine 2022, cioè, quando YouTube prevede di aver convertito anche il resto dei suoi consumatori abituali agli Shorts, parliamo si circa 2 miliardi di persone.
Come sfruttare YouTube Shorts in una strategia?
Attualmente in Italia il formato Shorts sta crescendo vertiginosamente, e se non l’hai ancora fatto il 2023 è sicuramente l’anno giusto per sfruttare questo strumento per far crescere il tuo business online in ottica di visibilità e di posizionamento organico.
Gli Shorts, infatti, possono contribuire ad attirare nuovi utenti e di conseguenza far crescere la tua community su YouTube, ma possono anche essere utili come “ponti” per portare l’utente a visualizzare altri contenuti sul tuo canale.
Perché puntare sugli Shorts in chiave Ads?
- Rispetto ai competitor YouTube è una piattaforma meno satura, quindi minor concorrenza rispetto a Meta e TikTok.
- A dispetto delle altre piattaforme ha la capacità di raggiungere un pubblico davvero ampio e diversificato. Con oltre 2 miliardi di utenti attivi al mese, YouTube è una delle più grandi piattaforme di Social Media al mondo.
Addio Google My Business, benvenuto Google Business Profile
Le ricerche local stanno assumendo un’importanza sempre maggiore e lo strumento gratuito di Google, Google My business, viene utilizzato sempre più dalle attività locali per aumentare la loro visibilità e le visite in negozio.
Se nell’ultimo anno hai monitorato il tuo profilo ti sarai accorto, però, che qualcosa è cambiato…
Dopo un periodo di transizione, durato alcuni mesi, Google ha detto addio all’app Google My Business e dato il benvenuto a Google Business Profile.
Cosa è cambiato?
- Il nome. A quanto pare il termine Google My Business è stato reputato più difficile da comprendere e da memorizzare.
- La fruibilità. Google ha deciso di ritirare l’app per consentire a un maggior numero di persone di sfruttare questo strumento. Il Google Business Profile, infatti, può essere gestito direttamente dalla SERP o da Google Maps.
Sono state aggiunte, inoltre, numerose voci e funzionalità (alcune in versione beta) che semplificano la gestione del profilo e agevolano l’interazione con gli utenti.
- Sezione domande e risposte. Agli utenti che visualizzano la tua attività viene data la possibilità di farti delle domande pubbliche. Sfrutta questa sezione per mostrarti attivo e rispondere in maniera puntuale, così da dare anche agli utenti futuri informazioni utili e dettagliate.
- Recensioni dal web. Nella sezione recensioni, oltre a quelle lasciate direttamente sul profilo dell’attività, vengono mostrate anche recensioni da altri portali. In alcuni casi, come con Trustpilot è possibile integrare direttamente le recensioni collegando i due profili attività.
- Automation. É possibile impostare la chat suggerendo le domande più frequenti e impostando le rispettive risposte automatiche.
Il panorama digitale è in costante evoluzione e il cambiamento più che un’eccezione rappresenta la regola. L’unico modo per affrontare tutto questo è tenere il passo.
Se hai alle spalle una strategia di contenuti ben strutturata e di qualità, la tua presenza in SERP non potrà far altro che crescere. Se, invece, hai dei dubbi e pensi che vi siano, invece, alcuni aspetti che vadano migliorati, contattaci e richiedici una consulenza.
Ci leggiamo al prossimo blog!